L’idratazione nel paziente anziano disfagico
L’acqua è indispensabile alla vita, ma ci sono dei momenti in cui il nostro organismo non riesce a riconoscerne la necessità. È proprio in questo momento che ne ha più bisogno.
L’ACQUA NELL’ESSERE VIVENTE
L’acqua è uno dei nutrienti fondamentali per ogni organismo vivente. Si dice che si può sopravvivere mesi senza mangiare, ma non molti giorni senza bere; questo perché l’acqua svolge dei ruoli essenziali nel nostro corpo, quali regolazione della temperatura corporea, funzione di solvente nelle reazioni chimiche, oltre che funzioni di trasporto ed eliminazione dei prodotti di scarto.
Con il passare degli anni la presenza di acqua nell’organismo si modifica e si riduce: se nei bambini corrisponde al 75% del peso corporeo, negli anziani questa percentuale diminuisce al 55%. Gli anziani, inoltre, hanno meno efficienti i “sistemi di allarme” che si attivano quando l’organismo è in carenza di acqua (disidratazione) e che inducono come meccanismo di difesa la sensazione di sete che ha lo scopo di reintegrare le riserve di acqua corporee. Di conseguenza, è nostro compito aiutare il corpo ad integrare la giusta quantità di acqua.
FABBISOGNO E PREVALENZA
Il fabbisogno idrico di un individuo, definito come la quantità di acqua necessaria a mantenere l’omeostasi intra ed extra cellulare, è stato stabilito essere di 2.0 L/giorno per le donne e di 2.5l/giorno per gli uomini (Fonte: EFSA). Studi hanno dimostrato come circa il 6,7% pazienti ricoverati con un’età superiore ai 65 anni soffrano di disidratazione e, dato ancora più allarmante, tra coloro che soffrono di difficoltà nella deglutizione, la prevalenza di disidratazione varia dal 44% al 75%, a seconda anche dei criteri usati per definire la disidratazione.
I fattori coinvolti nella disidratazione dei pazienti anziani sono diversi: cambiamenti fisiologici (modifiche del metabolismo, diminuzione del senso di sete), cause legate alla difficoltà di accesso alle bevande, dovute a riduzione della mobilità o stati confusionali, cause legate all’assunzione di medicinali ed infine, disfagia.
La disfagia, oltre che essere legata a situazioni malnutrizione, può contribuire alla comparsa di stati di disidratazione importanti e pericolosi per la vita del soggetto. È opportuno, quindi, non solo diagnosticare rapidamente situazioni di disidratazione nei pazienti disfagici, ma cercare di prevenire questa condizione attraverso un’opportuna valutazione dello stato di nutrizione. Gli alimenti e le bevande liquide sono difficili da assumere per un paziente disfagico, che quindi spesso necessita di alternative che risolvano questo problema.
Gli addensanti in polvere e le acque gelificate pronte all’uso risultano, quindi, un aiuto importante per i soggetti disfagici.
FONTI:
Ferry, Monique. “Strategies for Ensuring Good Hydration in the Elderly.” Nutrition reviews 63.Supplement 1 (2005): 22–29. Web.
Hooper, Lee et al. “Water-Loss Dehydration and Aging.” Mechanisms of ageing and development 136-137 (2014): 50–58. Web.
Reber, Emilie et al. “Management of Dehydration in Patients Suffering Swallowing Difficulties.” Journal of clinical medicine 8.11 (2019): 1923–. Web